dal gazzettino di ieri:
Nordest, dove il lusso batte la crisi:
nei negozi pentole d'oro e scarpe di perle
VENEZIA (19 giugno) - Cos’è il lusso? Ad esempio pentole in oro e argento, bicchieri con fregi e incastonati di brillanti e rubini (veri!), tovaglie ricamate a mano in filo d’oro o portatovaglioli in visone. Ma si potrebbe pensare anche all’accappatoio con l’interno in cachemire o alle scarpe con pietre preziose (anche queste vere) e perle non coltivate.
Non è il corredo di una principessa araba, ma quanto si può tranquillamente, si fa per dire, acquistare in un negozio in provincia di Padova, a Vigonza.
Il tempio del lusso a tutti gli effetti, alla faccia della crisi. E proprio in barba al difficile momento economico che sferza il mondo, ha visto la luce pochi mesi fa.
GRANDI FIRME La saggezza popolare del resto ci ha insegnato che le cose belle non passano mai di moda e che difficilmente finiscono nei cassetti. L’esperienza aggiunge anche che difficilmente “il lusso e il bello” vengono sferzati dalla crisi. Il Nordest è senza dubbio laboratorio di questa teoria: certo la crisi non passa inosservata, ma il mercato del prodotti medio-alti (ad eccezione di qualche nicchia dove le vendite sono colate a picco) tiene.
Lo dimostra l’apertura che avverrà domani del terzo punto vendita di Louis Vuitton a Padova, il numero 432 della maison in 61 Paesi di tutto il mondo. E che il Nordest abbia un ottimo rapporto con il lusso lo indica anche la nascita di outlet di grandi firme, come quello di Noventa di Piave, o la presenza in quasi tutti i capoluoghi delle più prestigiose griffe nazionali e straniere. Come spiega Pietro Beccari, vice presidente marketing e comunicazione di Louis Vuitton, l’apertura dello store a Padova non è casuale: la città, ma anche il contesto che la circonda, ha già una clientela consolidata che si rivolge in altri punti vendita o all’acquisto online a testimoniare che la cultura del bello non risente in modo traumatico della crisi.
E come sempre sono i numeri a confermare: nel Nordest il 63 per cento della popolazione sopra i 15 anni acquista (abitualmente e non) prodotti di lusso dalle auto di grossa cilindrata alla penna firmata dal foulard alla scarpa griffata. La media nazionale è di poco sotto il 58 per cento, uno scarto non indifferente.
L’identikit di chi non rinuncia al bello è abbastanza preciso: donna (66 per cento), cultura universitaria, molto legata all’uso di Internet, ceto (naturalmente) medio-alto. Il "soldo" fa di certo la differenza, ma si sta affacciando un nuovo mercato, quello dei giovani che magari una volta l’anno acquistano un prodotto di extralusso. Insomma la crisi c’è ma la terra dello sfarzo resta il Veneto.
Lo sa bene anche Luciano Coin, uno che sul lusso ha costruito la sua vita, tanto da inventarci anche una fiera, l’unica del genere in Europa, "Luxury & Yacht", chiusa a marzo a Vicenza. «La recessione si sente anche nel mercato del lusso - osserva Coin - ma il Veneto tiene e resta un’area dove la contrazione dei consumi si fa meno sentire, e questo soprattutto proprio nella gamma più alta, nei prodotti più costosi e di eccellenza». Dati veri non ne esistono, spiega il creatore di "Luxury & Yacht", perché in realtà quello del lusso non è un settore vero e proprio, ma l’eccellenza di tanti diversi comparti, «il meglio del distretto orafo, di quello della calzatura, della nautica, del tessile, dei motori – chiarisce Coin - Se guardiano ai grandi marchi, alle grande case del lusso, da Cartier a Bulgari, a Hermès, tutti soffrono, ma sicuramente meno dell’economia nel suo complesso. È vero che ci sono fatturati in calo del 6-10% nel primo trimestre 2009, ma c’è anche chi è riuscito a crescere del 15%. E si tratta di numeri validi anche per le aziende venete del lusso, che sono tante. Questa regione è sempre stata esportatrice di ricchezza, dall’oro di Vicenza ai tessuti di Venezia, alla calzatura, agli occhiali, alla pelletteria».
LE ECCELLENZE Tanto che proprio l’ultima edizione della Fiera del lusso a Vicenza ha visto la nascita di "Veneto Eccellente", un progetto ideato dalla Regione e concretizzato in una vetrina di dieci aziende venete, scelte dalla stessa Regione in collaborazione con Optimist (la società che organizza "Luxury & Yachts") nei settori del lusso e dell’innovazione. Ebbene queste dieci ditte hanno presentato alla fiera della città berica prodotti dalla "chaise-longue" in marmo alle scarpe in coccodrillo e fibra di carbonio, dai tabarri in spugna lavorati a mano, agli orologi tempestati di diamanti.
E proprio dagli orologi arriva un altro primato del Nordest. «L’Italia è il quarto Paese al mondo e il primo in Europa per acquisti di segnatempo – osserva Luciano Coin - E il Veneto è la prima regione d’Italia per numero di collezionisti di orologi. Posso dire senza paura di essere smentito – riprende Coin – che questa crisi sta facendo selezione e che sta scomparendo la fascia medio-bassa anche nel lusso. Il cliente è sempre più esigente, preparato, e soprattutto, anche se non ha problemi di soldi, sta bene attento al rapporto qualità-prezzo. Questo spiega, altro dato che emerge in questi mesi, lo sviluppo degli outlet del lusso, dove si possono trovare prodotti di grandi marchi a prezzi accessibili. Quello che io chiamo lusso democratico».