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utente non registrato ha scritto:
a 323 euro non era da lasciar perdere; lascerei perdere invece il fatto se Nomos sia stato aggiunto prima o ci fosse già, è una discussione poco produttiva; mi ha colpito che nessuno si sia ricordato che quella di incassare grossi calibri (prevalentemente da tasca) in orologi da polso è un'arte antica e nobile, altro che falsificazione! Dunque chi non ha speso i 323 euro nel dubbio che Nomos ci fosse o non ci fosse (lasciando perdere le indubbie qualità del calibro, davvero di pregio) può tranquillamente acquistare un IWC Eta inside ad una mezza dozzina di migliaia di euro.
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Caro ignoto amico, cercare di risalire alle origini di un brand, non mi sembra una discussione poco produttiva, Tra i vari aspetti che coinvolgono gli amanti dell'orologeria, esiste anche la storia della medesima e voler far luce su certi suoi aspetti, non mi sembra cosa da poco. L'arte di "adattare" calibri progettati per orologi da tasca in dispositivi da portare al polso, è in realtà un'esigenza dettata dalla repentina moda nata nei primi anni del secolo scorso, che voleva l'uomo del nuovo secolo, non più con l'orologio infilato nel taschino del panciotto, ma con l'orologio al polso, che meglio rendeva l'idea della dinamicità, del movimento. Erano gli anni dell'avvento del futurismo di Marinetti & co. il manifesto del futurismo fu pubblicato su "Le Figaro" nel Febbraio del 1909, e subito dopo con lo scoppio della 1° guerra mondiale, la praticità di oggetti così concepiti, trovò affermazione nell'uso militare e poi via, via, sempre di più, anche per uso civile. La reazione a questi oggetti ingombranti, proprio perchè derivati da orologi da tasca di grosse dimensioni; fu la progettazione di calibri sempre più piccoli e raffinati, che produsse negli anni '20/'30 orologi da uomo di dimensioni che ai giorni nostri, pochi uomini sarebbero disposti ad indossare. Infatti un paio di miei "rotolini" di questi graziosi oggettini; sono a disposizione delle mie figliole, in comodato d'uso, a scopo di sfoggio occasionale a loro discrezione. Quello che dà fastidio nell'oggetto all'origine di questa discussione, è il tentativo, messo in atto dal venditore di "spacciare" un oggetto, (pur di interessante fattura) per quello che non è, e cioè un vintage rarissimo, tanto raro...che non esiste proprio! La stampigliatura sul quadrante: NOMOS GLASHÜTTE S/A è ingannevole, in quanto tende a far credere al gonzo di turno, di trovarsi al cospetto di un oggetto di grande valore per la sua presunta rarità riferita ad un altro marchio di chiara, ma recente fama. Quadrante, cassa e probabilmente anche le sfere, non sono originali e coeve al movimento incassato; ne risulta un bel "frankenstein", che al costo di 323 euro, mi sarei astenuto dall'acquistare. Una mezza dozzina di migliaia di euro per un IWC ETA inside, nemmeno io li spenderei.[
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