Orologico Forum 3.0

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Airangel

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« il: Luglio 27, 2009, 18:06:40 pm »
Ecco i dati di esportazione per gli orologi di lusso dalla Svizzera, al 30 giugno 2009:

1. Hong Kong : 1,022.3 -22.2%
2. USA : 673.3 -43.3%
3. France : 471.6 -10.0%
4. Italy : 456.0 -8.4%
5. Japan : 395.1 -29.6%
6. Germany : 376.2 -13.0%
7. Singapore : 266.8 -30.3%
8. China : 253.3 -36.4%
9. United Kingdom : 253.3 -13.7%
10. United Arab Emirates : 224.5 -34.0%
11. Spain : 142.2 -38.8%
12. South Korea : 106.8 +44.1%
13. Taiwan : 102.5 -30.6%
14. Saudi Arabia : 85.0 -28.9%
15. Thailand : 76.8 -44.4%

persson

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« Risposta #1 il: Luglio 27, 2009, 18:39:26 pm »
i nuovi e vecchi ricchi stanno finendo i soldi??? ed in corea del sud che è successo??? hanno trovato il santo graal? [:)]
« Ultima modifica: Luglio 27, 2009, 18:39:49 pm da persson »

massotto

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« Risposta #2 il: Luglio 27, 2009, 19:49:41 pm »
[:D][:D][:D]

....no pero' sono sulle tracce dell'Arca dell'Alleanza credo !
hanno assoldato Indy , credo ce la farà ....[:0]
« Ultima modifica: Luglio 27, 2009, 19:50:08 pm da massotto »

Bertroo

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« Risposta #3 il: Luglio 27, 2009, 23:34:48 pm »
Anche gli Emirati arabi hanno avuto una bella botta!

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« Risposta #4 il: Luglio 28, 2009, 08:44:02 am »
persson ha scritto:

i nuovi e vecchi ricchi stanno finendo i soldi??? ed in corea del sud che è successo??? hanno trovato il santo graal? [:)]


eh già!! i dati mi lasciano sbalordito!!!
AOR

<i>Homo quisque faber ipse fortunae suae</i>

Bertroo

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« Risposta #5 il: Luglio 28, 2009, 09:24:58 am »
persson ha scritto:


ed in corea del sud che è successo??? hanno trovato il santo graal? [:)]



La Corea del Sud è da anni che si sta arricchendo....già da un paio di anni lo sto dicendo con mio padre...tra un pò vedremi il vero effetto della Corea.........da notare che l'Italia è quella che meno di tutti ha diminuito! Però.....manca l' India!
« Ultima modifica: Luglio 28, 2009, 09:26:57 am da Roberto »

Airangel

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« Risposta #6 il: Agosto 03, 2009, 17:11:35 pm »
dal web

L'intrepido prozio, Roald Amundsen, incide il nome nella storia come primo uomo a raggiungere il Polo Sud, nel 1911. Il nipote, Jorgen Amundsen, professione designer, lancia nel 2002 il primo e unico marchio norvegese di orologi, naturalmente ispirati al celebre parente e in grado di fronteggiare le condizioni estreme di freddo. Da lui stesso testati nei laghi ghiacciati dei lunghi inverni di Oslo. Nel gennaio 2007, il giovane Amundsen si allea con una piccola ma preziosa manifattura ginevrina, la Montres Villemont, fondata dall'esperto Olivier Müller, ex Chopard ed ex Omega. Il debutto della Villemont Group è battezzato con il lancio di una tiratura limitata commemorativa di Mario Julen, il primo elvetico a scalare l'Everest.

Due anni dopo, i 14 addetti della joint venture, la cui start up è finanziata dal fondo ValleyRoad Capital, restano a casa: il Tribunale di Ginevra sentenzia il fallimento della maison. Motivo? L'annullamento di ordini dall'Asia e dall'Est europeo provoca l'asfissia finanziaria: mancano 265mila euro al mese. Nonostante che, nei primi nove mesi del 2008, il fatturato sia raddoppiato a 1,6 milioni di euro.
 È il primo fallimento, seppur micro, nella storia della ricca e potente industria svizzera di orologi d'alta gamma, nata alle soglie dell'Ottocento, leader mondiale con il 95% della produzione di pezzi in vendita oltre i mille franchi (circa 660 euro). Uno schizzo di fango su tutto il settore che scuote il mondo economico e finanziario rossocrociato. Provocando proteste a valanga sul blog della Tribune de Genève: «Anziché finanziare l'Ubs, perché il governo non dà una mano all'industria orologiera?», scrivono adirati i lettori a difesa del fiore all'occhiello della Confederazione.

A fine aprile porta i libri in Tribunale la Setco di Chaux-de-Fonds, 47 addetti, specializzata in casse in legno pregiato per orologi, per la cancellazione di un lavoro come terzista di un big di Ginevra. Le imprese tacciono, i sindacati no: secondo l'Associazione dei lavoratori dell'industria svizzera del settore, i tagli sono già a quota 3mila, con la disoccupazione cresciuta all'11% in giugno. Secondo gli analisti, è solo l'inizio.

A parte le società quotate, la maggior parte delle informazioni economico-finanziarie delle aziende è top secret, com'è consuetudine in Svizzera. Niente cifre, per carità. Poche righe di comunicato quando c'è da annunciare il cambio del Ceo, evento non secondario nella vita di un'azienda, come è recentemente accaduto alla Audemars Piguet e alla Rolex. Enfasi mediatica sul legame con le celebrities: Monica Bellucci è l'unica testimonial di Cartier per orologi e alta gioielleria, Michael Phelps è sponsorizzato Omega, Roger Federer da Rolex. Le inaugurazioni delle boutique tutte marmi e legni pregiati – negli ultimi tempi soprattutto in Asia e Medio Oriente – si trasformano in eventi globali, con l'arrivo su lucide limousine delle star hollywoodiane. Le stesse che spiccano sul red carpet delle feste esclusive "targate" Chopard sulla Croisette in occasione del Festival di Cannes e Jaeger-leCoultre alla Mostra del cinema di Venezia.
La crisi, però, è lì, sancita dalle statistiche della Federazione dell'industria elvetica del settore (Fhs): dopo il record 2008 delle esportazioni, che ha trascinato il boom dei fatturati e dei profitti, nel primo semestre dell'anno il calo è stato del 26% in valore e il mese di giugno si è rivelato il peggiore da due decenni.

Secondo gli ottimisti, si va verso un inevitabile rimbalzo entro fine 2009, perché si tratta prevalentemente di destoccaggio da parte della distribuzione che, assillata dal credit crunch, ha rarefatto gli ordini: le due fiere specializzate, Sihh e Baselworld, hanno registrato un calo dei compratori stimato nel 20 per cento.
Secondo i pessimisti, sono proprio i consumatori ad avere archiviato quello shopping compulsivo che per anni ha fatto brillare i conti dei produttori svizzeri. Una febbre un po' insensata che ha animato indiscriminatamente i Paperoni e i benestanti di Hong Kong e Stati Uniti, Francia e Italia, Giappone e Germania, solo per citare i primi sei mercati di sbocco. Per non parlare delle economie emergenti, come la Cina, dove i consumatori e le consumatrici sembravano ancora più orgogliosi di esibire l'ultimo modello griffatissimo nel board della banca d'affari e nello studio legale, sul campo da golf o nel porticciolo, nelle feste di compleanno o agli eventi charity. L'euforia aveva suggerito ai big brand di sfornare a getto continuo orologi sempre più preziosi, dando sfoggio all'ardita creatività del design e all'abilità da amanuensi degli artigiani elvetici: meccanismi sempre più complessi, incastonature di diamanti, lavori di smaltatura, riedizioni di modelli vintage leggendari, abbinamenti con auto e yacht da sogno e, ovviamente, la "chicca" delle edizioni limitate. Anche piuttosto eccentriche, come la riproduzione sul quadrante del cielo stellato di una città (primo ordine: Kiev). I prezzi? In linea con l'esclusività: quest'anno la Breguet (gruppo Swatch) ha lanciato il Grand Complication Double-Tourbillon da 500mila euro al pubblico, mentre una manifattura sconosciuta alla maggioranza del pubblico come Greubel Forsey ha proposto il Quadruple Tourbillon Differentiel Sphérique da 420mila. «Ma – rileva un report di Vontobel Equity Research – gli orologi con un prezzo oltre i centomila euro, che erano stati lanciati in gran quantità nel 2008, sono decisamente meno numerosi quest'anno».

Andrea80

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« Risposta #7 il: Agosto 04, 2009, 10:40:33 am »
il calo dell'italia non è preoccupante... ... ...
per il resto gli altri paesi sono un pò tutti "ballerini"....
[;)]

L'onore dipende spesso dall'ora che segna l'orologio - Guillaume Apollinaire

Airangel

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« Risposta #8 il: Agosto 21, 2009, 17:19:01 pm »
BIENNE BE - È proseguito anche in luglio il crollo delle esportazioni orologiere: rispetto allo stesso mese dello scorso anno il calo è stato del 25,9%, a 1,2 miliardi di franchi.

Nei primi sette mesi del 2009 le esportazioni hanno segnato una diminuzione del 26,3% a 7,3 miliardi di franchi, ha reso noto oggi la Federazione dell'industria orologiera sul suo sito internet. La contrazione maggiore è stata fatta registrare dagli orologi in oro: -31,3% in valore e -19,3% in pezzi.

Qualche cifra
« Risposta #9 il: Agosto 21, 2009, 17:22:41 pm »
belle botte..infatti tutte le maison hanno diminuito di conseguenza la produzione ...ma perche non potevano fare sconti maggiori????
Un grosso vizio ne tiene lontani molti piccoli

Airangel

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« Risposta #10 il: Agosto 21, 2009, 17:35:51 pm »
rolex4u ha scritto:

belle botte..infatti tutte le maison hanno diminuito di conseguenza la produzione ...ma perche non potevano fare sconti maggiori????


perchè non vogliono s*********i cadendo in un bagno di sangue dannoso per tutti.
meglio diminuire la produzione e magari mandare a casa dipendenti.

torquemada

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  • Sò diabolico nell'amplesso......
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« Risposta #11 il: Agosto 21, 2009, 19:39:46 pm »
L'Italia tiene il colpo[;)][;)][;)][;)][;)][;)][;)]

Airangel

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« Risposta #12 il: Settembre 22, 2009, 12:47:28 pm »
dal web:

L'industria orologiera svizzera continua a soffrire a causa della recessione economica. Le esportazioni del settore in agosto sono diminuite del 22% a 842,6 milioni di franchi. Il ritmo di contrazione è tuttavia inferiore ai due mesi precedenti, indica stamane la Federazione dell'industria orologiera svizzera (FH).

In giugno la discesa si era fissata al 32%, in luglio al 25,9%. Da inizio anno il calo è del 25,9% a 8,14 miliardi di franchi. Lo scorso mese sono stati consegnati all'estero 1,1 milioni di orologi, 590'000 in meno dell'agosto 2008. L'export di orologi in oro si è ridotto del 28,7% lo scorso mese a 230,1 milioni di franchi. La flessione per quelli in acciaio è stata del 23,1% a 302 milioni.

I mercati tradizionali dell'orologeria elvetica sono in discesa di oltre il 20%. La Cina per la prima volta è salita in terza posizione, con un incremento in agosto del 20% a 69,1 milioni di franchi.

Con una crescita del 9,6% a 55,8 milioni di franchi, Singapore fa pure parte dei paesi emergenti verso cui le esportazioni si sono intensificate. In forte calo invece le forniture agli Stati Uniti (-37,1% a 93,9 milioni) e a Hong Kong (-25,5% a 130,9 milioni).

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« Risposta #13 il: Settembre 22, 2009, 13:05:22 pm »
Sarebbe interessante discutere sugli effetti del calo, per noi appassionati è buono o meno?
Io dico che entro certi limiti non è male, in teoria dovremmo avere meno aumenti, più contenuti, e meno "mi spiace, ma ci sono liste di attesa di 2-3 anni".
 

Bertroo

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« Risposta #14 il: Settembre 22, 2009, 13:56:56 pm »
Sinceramente si aper noi appassionat che per gli utenti "comuni" non cambia nulla......i prezzi non scendono anzi, aumentano a dismisura.....ditemi chi a parte le maison in tutto questo trova dei vantaggi.......