|
rri ha scritto:
aggiungerei....
Guai quindi a giustificare un orologio ed il suo costo per il marchio storico a cui appartiene |
Vero, non giustifichiamo i prezzi alti di una casa storica, ma è decisamente molto peggio giustificare una maison che, da un giorno all'altro, triplica i prezzi di listino senza offrire nulla in più ai propri clienti, solo perchè maison famose hanno prezzi alti.
Al giorno d'oggi, con internet e con le informazioni che viaggiano velocemente, sono diminuite le possibilità di trarre un grosso vantaggio dalla scarsa conoscenza altrui e quindi superato un certo livello, il mercato tende ad equilibrare i prezzi. Vediamo infatti Rolex sportivi nuovi, un tempo il sogno di laurea di molti o l'orologio da "primo stipendio " (ok, facciamo due stipendi) e presi con zero euro di sconto, venduti col 20-30% di sconto e quasi al 50% di sconto nell'usato, vediamo marchi blasonati con prezzi assurdi che subiscono una perdita di immagine nel vedere che loro orologi noti sono venduti con il 35% di sconto, come avviene per il Royal Oak, manco fossero venduti in qualche casbah.
Quindi il mercato ha di fatto già deciso che i prezzi sono alti. Il Royal Oak costa 12.000 euro di listino? Lo si trova col 35% di sconto. Tu Audemars Piguet me lo metti l'anno dopo a 14.000? Bene, lo troverò col 40% di sconto e così via.
Se ci sono produttori che riescono nella tenuta dei prezzi, come fanno PP con il Nautilus e Rolex col Daytona, almeno finora, non possiamo non considerare il vero prezzo è dato dalla differenza tra quanto pagato ed il "patrimonio" acquisito. Se pago 15.000 euro un oggetto che tra venti anni vendo a 15.000 euro, se non di più, allora ho speso meno di un orologio che ho pagato 3.000 euro, ma che stento a vendere a 1.000 euro.
Con questo NON voglio dire che bisogna dare peso a questo fattore, anzi, io ho comprato uno Zenith che probabimente vale nulla nell'usato, dico che, essendo appassionati a 360° sugli orologi, dobbiamo
anche considerare questo.