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mmithos ha scritto:
Però la storia (dell'economia) insegna che la strategia di "inseguire" le tendenze è una strategia difensiva, di chi sta cercando di non perdere la guerra, non certo una tattica vincente. Far quadrare qualche anno di bilancio adeguandosi al mercato non significa crescere.
Se ci ripensiamo, Rolex ha costruito il suo nome con l'innovazione e la tecnica prima di tutto. Ora vive di solo marketing, ma di fatto vive di rendita perchè il suo nome si è costruito negli anni passati, quando era l'eccellenza per impermeabilità, robustezza eccetera.
Come dici giustamente, chi ha trovato il migliore "sviluppo funzionale" è chi è riuscito a diventare un grande dell'olimpo dell'orologeria. Una volta in vetta, si può galleggiare qualche anno (qualche decennio con dei bravi esperti di marketing), ma prima o poi si ridiscende.
Quindi: è vero che non sono onlus (nè mai lo sono state! [])... però non è detto che la stategia difensiva sia vincente. E' meno rischiosa, ma può darsi che alla fine nuocia proprio alle stesse finanze che si vorrebbero salvaguardare!!!! [}:)]
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A mio modo di vedere Rolex è la più potente realtà dell'orologeria d'alta gamma proprio perché insieme alle innovazioni lentamente introdotte ha seguito una sorta di immobilità programmatica (alle volte più apparente che reale e che è un poco la dimostrazione dei concetti dell' "innovazione funzionale" a cui alludevo poco sopra) oltre alla lungimirante scelta di seguire solo il target in cui aveva davvero bagaglio tecnologico
Nel periodo in cui Rolex non era affatto il vero "apice" tecnico (basti fare un confronto tra la vecchia Longines e la vecchia Rolex per capirlo) ha semplicemente imboccato una migliore idea evolutiva rispetto a chi nonostante tecnicamente diverse spanne superiore ha fatto la fine che tutti conosciamo.
Nel momento in cui per vendere si seguono strade aperte solo da un approccio "economico e di marketing" dimenticando i valori intrinsechi in questa che era a tutti gli effetti un'arte, si sta a mio parere, cominciando la discesa verso il baratro.
In queste scelte il peso dei grossi gruppi, le loro sinergie (create ed utili solo ad aumentare i profitti) e l'idea dei loro manager (magari appena usciti da supermega master di economia ma che di orologi capiscono poco o nulla) di voler trasformare l'orologeria solo in un' "industria del lusso" stanno avendo risultati funesti in particolare per chi acquista.
Fare vera orologeria non è solo costruire platine e ponti nei materiali più bizzarri ed innovativi ma è anche riuscire a salvaguardare e riproporre (alla luce delle nuove tecnologie)il know how acquisito in tanti anni.
Tutto questo si scontra ovviamente con il severo giudice del mercato, secondo me però quest'ultimo, o comunque una parte di esso, grazie anche ad una nuova generazione di acquirenti più evoluti ed informati (grazie anche a mezzi come internet e forum come questi) potrebbe ben giudicare un prodotto che rispetti i crismi che ho appena esposto.
Tutto questo nell'ottica non tanto di salvaguardare le "non onlus" quanto di riuscire a garantire all'utente finale un prodotto in linea con quanto ci si aspetterebbe dall'orologeria di medio/alto lignaggio considerando anche i suoi prezzi.
Ciao
L.