Tutti noi sappiamo che esiste un pregio indiscutibile dell'innesto verticale: l'eliminazione del famoso saltino che tutti i cronografi ad innesto laterale hanno, anche quelli più pregiati e accurati. Certo il saltino non è bello da vedere, e non si accorda ad una idea di precisione cronometrica. Ma il saltino non è tutto.
Ci sono cose che sull'innesto verticale non si dicono. Proviamo a dirle. Esiste uno studio in mio possesso, firmato Stefano Farina, notissimo forumista ed esperto delle questioni più tecniche dell'orologeria. Questo studio, che è un libro, contiene tante cose utilissime sulla cronometria, e su come ottenerla, ma anche sui cronografi con diverso innesto. Così lui dimostra con tabelle alla mano quello che già un famoso orologiaio mi aveva detto anni fa: non è assolutamente vero che l'innesto verticale assorbe meno energia. Anzi, lui dimostra che su cinque orologi ad innesto laterale e cinque ad innesto verticale l'assorbimento dell'innesto verticale è maggiore, non di tantissimo, ma di una misura piuttosto ampia. E allora quale è il famoso vantaggio energetico o di uso dell'innesto verticale? C'è e non c'è. Nel senso che grazie all'innesto verticale non esiste un limite ulteriore dell'innesto laterale: non c'è quell'usura meccanica dei denti dei cronografi ad innesto laterale che di fatto impediscono o "sconsigliano" ad un cronografo di questo tipo di tenerlo sempre in funzione. Con l'innesto verticale si può meccanicamente tenere il cronografo sempre in funzione senza danno. Ed è per questo che allora i costruttori, in misura diversa, tarano la cronometria per tenerlo sempre in funzione.
A me tenere un cronografo sempre in funzione non piace affatto. Amo utilizzare il cronografo solo quando mi è utile (ebbene sì: per me il cronografo è una delle complicazioni più utili, ma è un altro discorso). E allora i casi sono due: o si tara la cronometria per il cronografo non in funzione, cercando di ridurre la caduta dell'ampiezza di rotazione del bilanciere a cronografo inserito, oppure lo si tara con il verticale a cronografo sempre inserito. Ed in questo caso l'utente per avere un orologio preciso dovrà avere il cronografo sempre attivato, perché se lo spegne in termini di danno alla cronometria esso è maggiore di quello che si avrebbe azionando un cronografo ad innesto laterale , perché gli assorbimenti sono superiori.
Ma esiste un altro aspetto che a me non piace dell'innesto verticale. Il fatto è che il blocco frizione verticale è un componente economico, costoso da progettare ma poi si può produrre a bassissimo costo, tanto è vero che sui cronografi ad innesto verticale, persino sul Patek, alla revisione buttano il blocco vecchio e mettono il nuovo: costa meno. E questo forse non sarà bello neppure per la coevità quando si valuteranno questi orologi come vintage. Non corrisponde a quell'idea per cui il movimento meccanico lo si tiene in manutenzione costante, senza per forza cambiare pezzi. Non ha bisogno di tanta attenzione alla forma dei denti delle ruote come sull'innesto laterale. Non ha bisogno di quella messa a punto certosina degli innesti quasi sempre manuale dei cronografi ad innesto laterale. Sarà un caso: ma mai mi è capitato sinora di provare un innesto verticale con innesti con quella pastosità degna di un orologio di gran pregio: i migliori che ho sentito sono quelli degli FP 1185 et similia, ma sempre inferiori e di molto ai migliori laterali. Non so se sia questo un caso o un limite forse solo di accuratezza di messa a punto.
In ultimo l'estetica: su questo penso non ci sia molto da dire. Ed infatti non è un caso che siano quasi tutti automatici. Ed anche questa cosa per un cronografo non è il massimo. Perché il cronografo consuma molto se si usa molto, e già ho sperimentato che anche costruttori prestigiosi ed insospettabili hanno difficoltà con un solotempo automatico a prova di ufficio, figurarsi con un cronografo.