«Fin dai tempi più remoti l’uomo ha cercato di misurare il tempo dividendolo in frazioni uguali. E così facendo ha inventato la nozione di isocronismo. Ma è solo con i primi orologi meccanici che si è cominciato a cercare di rendere costante la forza che arriva allo scappamento. Non esisteva ancora la molla spirale e il bilanciere, chiamato foliot, aveva un battito irregolare, causato dall’arrivo di una forza legata alle imperfezioni della molla e degli ingranaggi.
A quell’epoca gli orologi possedevano un’unica lancetta, che compiva un giro completo in dodici ore: la loro imprecisione infatti non permetteva ancora di misurare i minuti. Dopo l’invenzione della molla motrice, che rese possibile fabbricare orologi da tavolo, un orologiaio del XV secolo, Jobst Bürgi, ebbe l’idea di aggiungere all’ingranaggio tradizionale un sistema indipendente, caricato a brevi intervalli dalla molla principale. Ora lo scappamento era in grado di fornire un flusso più costante di energia e conferiva all’orologio un’autonomia di diversi mesi. Nacque così il primo remontoir d’égalité.
Più tardi, nel XVII secolo, l’orologiaio olandese Christiaan Huygens inventò la molla spirale e il pendolo. Queste novità diedero agli orologi e alle pendole una precisione cronometrica prima impensabile. La lancetta dei minuti diventò di uso comune e il remontoir d’égalité venne trascurato per oltre un secolo. All’avvento del secolo dei Lumi, il Settecento, le esigenze imposte dalle osservazioni astronomiche e dal calcolo della longitudine per la navigazione in mare aperto richiedevano una crescente precisione. La lancetta per indicare i secondi si diffuse via via che gli orologi si perfezionavano. In Inghilterra l’orologiaio Thomas Mudge inventò un remontoir d’égalité destinato al cronometro da marina chiamato H.3, mentre in Francia il celebre Robert Robin, «Orologiaio del Re», ne inventava uno destinato ai suoi regolatori di precisione. Ma è nel XIX secolo che, paradossalmente, il remontoir d’égalité viene adottato su larga scala nella fabbricazione degli orologi per edifici, non per ovviare ai difetti delle molle (dato che in tutti gli orologi di questo tipo il movimento funzionava mediante pesi a trazione) ma per isolare il meccanismo orario dalle lancette esterne. Infatti le lancette esposte ai venti potevano alterare il funzionamento del meccanismo.
Tuttavia la fabbricazione dei remontoir d’égalité era assai difficile e complicata, ragione per cui nel XX secolo è stata di nuovo abbandonata quasi totalmente, tranne rare eccezioni.
L’orologiaio inglese George Daniels lo ha impiegato in un orologio da tasca con tourbillon. Anthony Randall lo ha inserito in una pendulette (orologio da tavolo o da viaggio) ispirata al principio dell’orologio H.4 di John Harrison. Io stesso l’ho usato in tre orologi da tasca con tourbillon, in una pendola «simpatica» e, in tempi più recenti, l’ho introdotto per la prima volta in un orologio da polso che è il primo modello della collezione F.P.Journe – Invenit et Fecit –, e a cui ho dato il nome di Tourbillon Souverain.
Ciò che rende affascinante il principio del remontoir d’égalité è il fatto che ogni orologiaio che si è impegnato nel realizzarlo ne ha dato una propria interpretazione personale: soltanto l’idea di base è comune a tutti.»
François-Paul Journe
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