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fabri5.5 ha scritto:
| caludio ha scritto:
come è stato detto la differenza tra manuale e automatico è sostanzialmente nel modo in cui viene data la carica alla molla...c'è da dire che il manuale, non avendo rotore, nella maggior parte dei casi è più "sottile", quindi si presta maggiormente per orologi stile classico, inoltre concede maggiori libertà per elaborazioni sulla durata. Non ultimo, nei manuali, non essendoci rotori, il movimento può esser meglio ammirato, specialmente ad esempio in un bel calibro crono ( vedi speedmaster o quei bei venus di un tempo...[]
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però Claudio un ingegnere potrebbe aiutarci a capire meglio il momento elastico di una molla e il perchè la sua erogazione della forza non è omogenea dall'inizio alla fine.[:I][:I][:I]
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la spiegazione è molto semplice...ci hanno sempre insegnato che le mole possono essere idealizzate attraverso la loro costante elastica, che però non è proprio costante...
in teoria, una molla restituisce x kg per ogni mm per cui viene caricata, però quando iniziamo a caricare per prima cosa abbiamo un effetto elastico del materiale e successivamente degli snervamenti, che si mangiano nei due estremi dell'utilizzo parte del carico utile...
per rendervi conto della cosa, provate a prendere una classica molla ad elica, la misurate con un calibro scarica, schiacciatela a pacco un pò di volte e poi rimisuratela...la molla di sarà accorciata!!!
questo perchè l'avete snervata, ecco un buon motivo perchè i carica manuale non dovrebbero mai esser caricati troppo ( si rischia di snervarla e perdere durata), e perchè la durata di carica deve esser misurata dopo un periodo di rodaggio ( per dare modo alla molla di assestarsi)